All’ingresso del nostro centro, sopra un mobile dove si lasciano le scarpe, c’è uno spazio per i volantini. Vengono portati dalle persone che frequentano il centro e ce n’è di tutti i tipi. L’altro giorno mi è caduto l’occhio su uno che titolava così: “Impara a respirare e diventi padrone della tua vita”. La descrizione che seguiva illustrava in modo molto convincente gli effetti del respiro sulla mente e l’efficacia di una respirazione consapevole nella gestione degli stati d’ansia e dello stress. Nulla di particolarmente strano, almeno apparentemente. Anzi, considerando il livello sempre più alto di sofferenza in cui siamo immersi, è certamente da intendere come una benedizione e come efficace alternativa alle benzodiazepine. La sola cosa non ben spiegata è: chi insegna a chi? la mente al corpo? Insegnare al corpo o imparare dal corpo?
È tipico della nostra cultura pensare che la mente sappia più del corpo ed è quantomeno strano, se non addirittura paradossale, pensare di insegnare al corpo una funzione per la quale è stato progettato. Si potrebbe addirittura dire che è diventato tale, in completa autonomia, proprio col primo respiro e smetterà di esserlo dopo aver esalato l’ultimo. Qualcosa ci fa perdere questa fiducia e così iniziamo a manipolare il corpo come facciamo coi bambini, che riteniamo da educare, orientare, correggere. Forse inizia proprio così la perdita di fiducia nelle risorse e nelle capacità del corpo.
E se provassimo a pensare che è il corpo a sapere e che la mente può solo supporre di sapere? Se provassimo a considerare la sua articolata complessità, la moltitudine di funzioni estremamente sofisticate che riesce a svolgere contemporaneamente e di cui neppure comprendiamo minimamente il funzionamento? Cinquanta trilioni di cellule che lavorano in sinergia per creare un’unica coreografia che è la nostra esistenza, formando una differenziazione ricchissima di tessuti che a loro volta danno forma e funzione a organi e sistemi. Questo è il nostro corpo: espressione vivente della salute, o se preferiamo, della vita al lavoro. Anche il cervello è corpo, altra cosa sembra essere la mente.